27° Dedicazione SS. Trinità

Eventi
23 Giugno 2018

27° della Dedicazione Parrocchia S.S. Trinità

Come Giovanni il Battista siamo chiamati ad essere Profeti, Amici e Testimoni di Cristo.

(passaggio dell'Omelia del Vescovo Marrucci)

Sabato 23 giugno 2018: S.E. Mons. Luigi Marrucci presenzia la celebrazione Eucaristica in occasione del 27° anno della Dedicazione della Parrocchia S.S. Trinità di Civitavecchia.

Al termine della Celebrazione Eucaristica Sua Eccellenza è stato accolto dalla Comunità intrattenendosi con i parrocchiani in una cena conviviale nel salone dell'Oratorio.

Festa SS. Trinità - 2018

Eventi

Festa della SS. Trinità

Parrocchia SS. Trinità, 25-26-27 maggio 2018

La Festa della SS Trinità ha stupito tutti anche quest'anno. Oltre ai tornei di Calcetto, Bocce, Biliardino, Ping Pong, non è mancata la tradizionale gara dei dolci (oltre 20 concorrenti) evento goloso tanto atteso dalla giuria.

Domenica 27 si è svolta la 2° edizione del concorso canoro: Io Canto all'oratorio manifestazione che sta riscuotendo un enorme successo. E' seguito poi il Saggio di Chitarra (corso base ed avanzato).

La Gabbianella e il Gatto

Oratorio
La Gabbianella e il Gatto

Recita di fine anno oratoriale 2017-2018



Domenica 13 Maggio 2018: I bambini dell'Oratorio della Parrocchia della SS. Trinità di Civitavecchia hanno concluso l'anno oratoriale 2017-2018 con una esibizione teatrale.

Diretti da Laura e Sara, hanno portato in scena la bellissima storia della Gabbianella e del Gatto.

Il racconto cade in una giornata quanto mai opportuna poichè il 13 maggio 2018 è stata la Festa della Mamma, ed a conclusione della recita i bambini hanno emozionato (e fatto piangere) tutte le Mamme presenti avendo dedicato loro la splendida canzone di Elisa "A modo Tuo" Un ringraziamento a Maria Campetella che ha disegnato tutte le scenografie, lavoro magistrale (Maria è un'insegnante di disegno) che ha riprodotto lo scorcio di mare storico di Civitavecchia da tutti i locali conosciuto come "Il Lazzaretto". Il disegno è stato realizzato su tele per una superficie totale di circa 16 mq.

GUARDA IL VIDEO DELLA RECITA

Educare alle Tradizioni

Notizie

Durante la Veglia di Pasqua i Bambini cantano: Che cosa c'è di diverso questa notte"
L'importanza del legame Generazionale nella Tradizione

Durante la cena pasquale ebraica, ad un certo punto il figlio doveva rivolgersi al padre dicendo: "perché diversa è questa notte da tutte le notti? Infatti tutte le notti noi mangiamo lievitato e azzimo; questa notte tutto quanto azzimo". Il padre rispondeva: "schiavi fummo in Egitto del Faraone, e il Signore Dio nostro ci fece uscire di là con mano forte e con braccio disteso" . Questo testo ci aiuta a capire profondamente che senso ha parlare oggi di "emergenza educativa". Il testo ebraico ci mostra come si può stringere un legame buono fra le generazioni: la generazione dei padri e la generazione dei figli legame che è istituito dalla narrazione del fatto che ha fondato l'identità e quindi la libertà del popolo a cui il bambino appartiene; è stata la liberazione dalla schiavitù egiziana a dare origine ad Israele; è stato l'evento fondatore della sua identità.

La narrazione viene ripetuta ogni anno e ogni anno la Pasqua deve essere celebrata " perché si custodisca la memoria dell'evento fondatore "di generazione in generazione". La memoria deve essere custodita, perché quando si perde la memoria si perde la consapevolezza della propria identità; si è sradicati, spaesati, esiliati da se stessi. Dunque la narrazione che il padre fa al figlio impedisce a questi di ignorare la sua origine, di ignorare la sua dignità di uomo libero, e gli consente di sentire la propria libertà come un bene condiviso con gli altri.
In questo modo, mediante quella narrazione, il rapporto fra le generazioni non era solo biologico ma diventava pienamente umano. La generazione dei figli, già legata biologicamente a quella dei padri, entrava nello stesso universo dei padri: la stessa religione, la stessa legislazione, gli stessi valori. Si costituiva un popolo non solo in senso etnico, ma anche culturale. Israele " l'Israele di Dio e Dio " il "Santo di Israele". Ma c'é un altro aspetto ancora più importante; anzi è il più importante di tutti. La risposta del padre al figlio si conclude nel modo seguente: "in ogni generazione e generazione ognuno è obbligato a vedere se stesso come essendo proprio lui uscito dall'Egitto".

La narrazione del padre racconta l'evento fondatore non semplicemente come un fatto che definitivamente appartiene al passato, ma come un avvenimento che continua anche ora ad esercitare il suo influsso. Anche ora, ogni generazione di figli ha bisogno di sapere la sua origine, di accedere alla dignità di uomini liberi, di condividerla dentro una comunità di persone. La tradizione che si trasmette di generazione in generazione è una dimensione essenziale del presente, dal cui riconoscimento o negazione dipende la costituzione del proprio io. Ed è la generazione dei padri a testimoniare questa presenza, ed introdurre cosè il figlio nella vita.

Pasqua 2018

Parrocchia
Triduo Pasquale

Tempo centrale del'anno Liturgico

Si celebra l'istituzione dell'Eucarestia, il Ministero del Sacerdozio ed il comandamento dell'amore Fraterno

Papa Francesco, nell'Udienza Generale del 28 marzo 2018 in Piazza San Pietro, si sofferma sui giorni più importanti dell'anno liturgico per i credenti: quelli del Triduo Pasquale. "Quale è la festa più importante della nostra fede? " esordisce il Papa a braccio - "io fino a 15 anni credevo fosse il Natale. Invece la Pasqua è la festa più importante, perché è la festa dell'amore di Dio per noi".

"Tutti i cristiani - sottolinea il Pontefice - sono chiamati a vivere i tre Giorni santi come, per così dire, la matrice della loro vita personale e comunitaria, come l'esodo dall'Egitto lo è per i nostri fratelli ebrei. Questi tre Giorni ripropongono al popolo cristiano i grandi eventi della salvezza operati da Cristo, e così lo proiettano nell'orizzonte del suo destino futuro e lo rafforzano nel suo impegno di testimonianza nella storia".

L'annuncio della Pasqua, per il Papa, è "il centro della nostra fede e della nostra speranza, è il kerygma che continuamente evangelizza la Chiesa e che essa a sua volta è inviata ad evangelizzare" "Cristo è Risorto", è questo per il Pontefice il saluto pasquale.
Non solo una fetta di Colomba e le uova di cioccolata. "Anche se è bello festeggiare in famiglia", aggiunge a braccio il Papa.

Francesco commenta durante la sua catechesi: "Un cristiano, se veramente si lascia lavare da Cristo, se veramente si lascia spogliare da Lui dell'uomo vecchio per camminare in una vita nuova, pur rimanendo peccatore, non può più essere corrotto; non può più vivere con la morte nell'anima, e neanche essere causa di morte. Il prossimo, soprattutto il più piccolo e il più sofferente, diventa il volto concreto a cui donare l'amore che Gesù ha donato a noi. E il mondo diventa lo spazio della nostra nuova vita da risorti".

Il vero Cristiano: "Ci sono i cristiani finti, quelli che dicono io sono stato giustificato da Gesù, vivono una vita nuova ma corrotta. Ma questi cristiani finti finiranno male. Tutti siamo peccatori, ma quando chiediamo perdono Gesù ci perdona. Il corrotto no. Pensiamo anche ai cristiani mafiosi. Ma questi portano la morte dell'anima e agli altri. Preghiamo per loro - è il pensiero ancora una volta a braccio di Francesco - Il giorno di Pasqua, nel mio paese, si sentono le campane e i bambini si lavano gli occhi con dell'acqua, l'acqua della vita. Laviamoci con gli occhi dell'anima. Per vedere e fare le cose belle".